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Tassazione Forex in Italia5 minuti di lettura

Uno dei dubbi principali che affliggono i traders alle prime armi, riguarda il sistema di tassazione sulle rendite derivanti dagli investimenti. per quanto riguarda la tassazione Forex Italia, le imposte comprendono tutte le trattenute applicate ad una vincita nel mercato valutario.

tassazione forex italia
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Tassazione Forex Italia: quando e in che percentuale si pagano le tasse sulle rendite derivanti dal Forex?

La tassazione Forex in Italia viene regolata dal testo unico delle imposte sui redditi (TUIR), una legge introdotta nel 1986.

L’aspetto fiscale del Forex viene spesso sottovalutato, o comunque tralasciato, dalla maggior parte dei trader inesperti. Si tratta, al contrario, di una questione molto importante, sulla quale, però, occorre fare un po’ di chiarezza. A tale scopo, consigliamo a tutti gli investitori di prendere visione dell’Articolo 67 del TUIR. Ne riportiamo alcuni tratti chiarificatori:
“Sono redditi diversi se non costituiscono redditi di capitale ovvero se non sono conseguiti nell’esercizio di arti e professioni o di imprese commerciali o da società in nome collettivo e in accomandita semplice, ne’ in relazione alla qualità di lavoratore dipendente:

1-ter. Le plusvalenze derivanti dalla cessione a titolo oneroso di valute estere rivenienti da depositi e conti correnti concorrono a formare il reddito a condizione che nel periodo d’imposta la giacenza dei depositi e conti correnti complessivamente intrattenuti dal contribuente, calcolata secondo il cambio vigente all’inizio del periodo di riferimento sia superiore a 51.645,69 euro per almeno sette giorni lavorativi continui”.

La tassazione forex in Italia prevede che le rendite Forex siano considerate “plusvalenze di natura finanziaria” e devono quindi essere indicate nella dichiarazione dei redditi. L’aliquota d’imposta relativa a tali plusvalenze è pari al 26% del reddito conseguito. Sono esenti da tassazione i guadagni inferiori alla cifra indicata nel testo di Legge e ottenuti in un arco temporale inferiore alla settimana lavorativa.

Che cosa prevede il sistema di tassazione forex Italia nel caso di perdite derivanti dal Forex trading?

Mentre un guadagno viene considerato una plusvalenza, un’eventuale perdita negli investimenti finanziari viene definita una minusvalenzaIn Italia è possibile compensare le minusvalenze con plusvalenze future ottenute con il Forex o con altre tipologie di trading. Questa operazione è conosciuta con la definizione di “zainetto fiscale”, e concede al soggetto richiedente quattro anni per attuare la compensazione.

Tutti i broker forex italiani, ovvero con sede legale in Italia e con regolari autorizzazioni delle Istituzioni competenti, seguono le normative nazionali sopraelencate. Se avete invece scelto di investire attraverso una piattaforma straniera, è bene che consultiate un professionista del settore commerciale che vi aiuti a regolarizzare la situazione fiscale relativa ai vostri capitali.

La situazione sulle tassazione forex in Italia inerenti agli investimenti finanziari è sempre stata piuttosto lacunosa, quindi, il consiglio principale, è quello di non basare le proprie considerazioni in merito esclusivamente su quanto è possibile apprendere dal web. Se la consulenza di un commercialista risulta necessaria operando con broker stranieri, è comunque consigliata anche per gli investitori che operano “made in Italy”.

Broker forex sostituti d’imposta

Teoricamente esistono alcuni broker forex italiani che fungono anche da sostituti d’imposta, vale a dire – inerentemente alle norme di tassazione vigenti che ogni contribuente è tenuto ad osservare – in questo caso sarebbe l’intermediario stesso a svolgere non solo la funzione di calcolo, ma anche tutta l’operazione di sottrazione del dovuto dagli eventuali guadagni nell’ambito delle operazioni Forex.

Tuttavia la maggior parte del broker forex sostituti d’imposta nel corso degli ultimi anni sono stati chiusi, poiché non rispecchiavano i criteri di trasparenza e regolamentazione previsti dagli istituti nazionali che accreditano certificati e licenze agli intermediari finanziari.
Alcuni sono aperti ancora oggi, ma non convincono appieno rispetto alle funzioni che dovrebbero avere in questo senso, per le quali viceversa si consiglia una più corretta consulenza da parte di commercialisti professionisti.

Regime Dichiarativo e Regime Amministrativo

Dal punto di vista del regime fiscale più adeguato comunque, è possibile affermare che ogni trader ha la possibilità di scegliere due strade distinte: quella del regime dichiarativo e quella del regime amministrativo.

Il regime dichiarativo prevede che sia lo stesso operatore del Forex a dichiarare la quota di imposta riconducibile ai guadagni ottenuti tramite trading Forex, e lo farà assieme a tutti gli altri redditi come già comunemente avviene.
Nel regime amministrativo, invece, si attua l’ipotesi del ruolo riferito all’intermediario finanziario di cui abbiamo accennato precedentemente: in questo caso sarebbe il broker a versare le imposte per conto del trader. Come detto tale ipotesi può risultare particolarmente complessa, vista la difficoltà di trovare un broker sostituti d’imposta che propongano un servizio sufficientemente trasparente e solido, tanto da ritenere opportuno affidarla gestione dei propri capitali in chiave di regolamentazione fiscale.

Certo è che, in linea puramente teorica e se i presupposti lo consentono, affidarsi ad un regime amministrativo può risultare molto conveniente soprattutto nel caso in cui i volumi dei capitali utilizzati nelle operazioni forex dovessero assumere connotati importanti: in quel caso gestire in modo automatico i doveri fiscali potrebbe rappresentare una comodità non indifferente.

Qualsiasi sia il regime che sceglieremo, comunque, sarà sufficiente consultare le guide contabili circa la tassazione forex italia – reperibili facilmente online – che regolamentano tutti gli obblighi da adempiere, sia autonomamente che tramite terzi.

Regime migliore in caso di utilizzo di broker finanziari esteri

In considerazione del fatto che molti operatori del Forex sono soliti affidarsi all’intermediazione di Broker finanziari internazionali, come è stato già accennato sarà bene studiare opportunamente le regolamentazioni fiscali sul tema. Inoltre, si suggerisce caldamente di scegliere – in questo caso – un regime di tipo dichiarativo.

Inoltre bisogna tener presente che eventuali guadagni maturati attraverso un broker estero, una volta caricati sul proprio conto online non verranno considerati capitali presenti sul territorio nazionali, bensì veri e propri capitali depositati all’estero. In tal caso bisognerà adempiere alla tassazione prevista per questi casi, che nello specifico prevede il pagamento dell’imposta IVAFE, la tassa specifica per le valute detenute all’estero. A tal proposito sarà quindi bene effettuare una ricerca, anziché circa la tassazione forex Italia, sui piani previsti a livello internazionale.

Ricordiamo a tutti i nostri lettori che giocare in Borsa può essere un’attività molto rischiosa che può portare a gravi perdite di capitale. E’ bene, quindi, prima di accedere ai mercati finanziari, studiare approfonditamente la materia del trading online e acquisire un minimo di esperienza pratica attraverso la simulazione.
Per maggiori informazioni sul forex, dai un’occhiata anche alla nostra rubrica la zattera dei denari.

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